Anteprima de

VORTICE di INGANNI

DOMENICA 25 GIUGNO

Era stato un giugno buio e piovoso, per nulla presagio di una bella estate. Ma non quell’ultima domenica del mese: dalla finestra della sua camera, Corrado vide entrare con prepotenza la luce del sole, che colorò tutto di felicità. Si alzò per andare sul terrazzo ad ammirare il meraviglioso panorama di Firenze che si godeva da casa sua. Con la mano, indirizzò un bacio alla città, poi cominciò a prepararsi per uscire.

Arrivò a Barberino di Mugello senza incontrare traffico e, dopo aver sistemato l’auto nel parcheggio, si incamminò verso l’ingresso dell’outlet. C’era ancora poca gente, che scompariva via via dentro i negozi già aperti.

Corrado si fermò prima del lungo viale e si accomodò su una panchina. Sistemò vicino a sé il cartello che aveva in mano in modo che si leggesse bene il messaggio. Era un cartoncino bianco; le lettere erano scritte con inchiostro color verde acqua, simile a quello delle preziose scatole di Tiffany.

Si alzò per controllare che fosse ben visibile e lo rilesse per convincersi della forza che emanava: “HO 5.000 EURO DA SPENDERE. C’È UNA SIMPATICA FANCIULLA DISPOSTA AD AIUTARMI?”

Dondolò la testa in segno di approvazione e tornò a sedere. Tirò fuori un libro: Love Story. Era un titolo un pochino datato e simile a una caramella con troppo zucchero e appiccicosa ma, in quel momento, era ciò di cui aveva bisogno. Accavallò le gambe e cominciò a leggere, in attesa, una pagina dopo l’altra.

La gente gli passava vicino: alcuni si fermavano a osservare il cartello, sorridevano e andavano oltre; un paio di ragazze sembrarono indecise se farsi avanti, ma poi continuarono la propria strada.

A un certo punto, una voce di donna interruppe il silenzio: «Interessante?»

«Prego?» domandò Corrado, alzando la testa.

«Il libro. Le ho chiesto se è interessante.»

Lui lo chiuse, inserendo un segnalibro, e lo posò con cura sulla panchina. «Molto» rispose con garbo, «è veramente piacevole e coinvolgente, anche se ne conosco già la fine non proprio lieta.» Dalla voce, trapelò un pizzico di delusione.

«Beh, devo aggiungere che non è la sola cosa interessante che si trova sulla panchina.»

«No, in effetti, c’è anche questo.» Corrado indicò il cartello con il pollice.

«Appunto. Io sono Giulia. Quando cominciamo? Non sarà mica una statistica per vedere quante ci cascano… è tutto vero, giusto? O devo pensare che lei sia un pazzo maniaco?»

Lui osservò un attimo il volto della donna: era davvero carino, incorniciato da capelli castani che scendevano morbidi sulle spalle. «Subito. Possiamo iniziare subito. È reale, e non ho intenzione di ucciderla.» Si alzò, e il libro scomparve nello zainetto. «Io sono Corrado.» Sorrise e, col braccio alzato, le indicò la direzione. «Vogliamo andare?»

Giulia si accostò, gli mise la mano sotto il braccio e, ridendo, lo incoraggiò: «Andiamo a ucciderli tutti.»

«I commessi dei negozi?»

Lei lo fermò e, divertita, rispose: «No, i cinquemila euro. Sono elettrizzata. Tu no?»

«Certo, contagiato da te. Prima, però, prendiamo un caffè.»

«Non basta, meglio cappuccino e brioche, voglio essere in forma. Se permetti, la colazione la offro io.»

«Perfetto» accettò Corrado, felice che a fermarsi fosse stata una ragazza come lei.

Entrarono nel primo bar e si sedettero. Giulia attirò l’attenzione di un cameriere.

Corrado si dedicò a osservarla: era bella, di una bellezza genuina, senza un filo di trucco, se non un accenno di mascara che esaltava l’azzurro degli occhi; le labbra erano di un rosa acceso naturale e i capelli erano lunghi fino alle spalle e leggermente mossi. Indossava dei sandali, una minigonna e una maglietta aderente che magnificava la sua giovinezza.

Anche Giulia lo scrutò: Corrado portava un vestito casual ma ricercato e costoso. Aveva i capelli scuri e gli occhi neri. Il suo volto era decisamente attraente. Niente di troppo volitivo, era bello e basta.

La colazione fu consumata e, come di parola, Giulia si preoccupò del conto. Uscirono dal bar, e lei fece un profondo respiro, attirando l’attenzione di Corrado sulla stoffa tesa sui seni. Lo prese per mano ed esclamò: «Andiamo e facciamoli neri.»

«I cinquemila euro?»

«No, i commessi.»

Risero di gusto, poi cominciarono. Sembravano farfalle che volavano da un fiore all’altro; di negozio in negozio, sceglievano già dalle vetrine cosa provare e, all’interno, Giulia domandava ogni volta il parere di Corrado. Lo teneva talmente in considerazione, da lasciare indietro articoli di cui lui non era del tutto convinto, nonostante a lei piacessero.

L’unica pausa che si concessero fu quella per il pranzo e, poi, si fecero ancora trascinare dalla frenesia.

Giulia si dimostrò davvero oculata, sia nelle scelte che nel controllare i prezzi: anche se i soldi non erano suoi, gli dava la giusta importanza. E Corrado apprezzò. Per lui fu una giornata meravigliosa, non ne ricordava un’altra cosi piena di vita.

Verso sera, si sedettero esausti sulla panchina dove si erano conosciuti, circondati da sacchetti coi nomi più importanti della moda.

Giulia lo guardò, con un gesto delizioso gli ravviò i capelli e chiese: «Perché lo fai?»

«Cosa?»

«Questo.» Con la mano, lei indicò le confezioni.

«Non ho voglia di raccontarlo, almeno per ora. E non so se lo farò in seguito.»

«In seguito? Perché potrebbero esserci altre puntate?»

«Un’altra, di sicuro. Ho tenuto il conto, rimangono da spendere ancora duecentotrentaquattro euro e spiccioli. Li finiamo in un ristorante? Una buona cena ti andrebbe?»